Palazzo Ducale sulla laguna di Venezia


La Serenissima Repubblica di Venezia era governata dal Doge e il Palazzo Ducale era la sua base. Era utilizzato per una quantità di funzioni diverse: era la residenza del Doge, ospitava il tribunale, il carcere e i centri amministrativi e del cerimoniale dell’Impero veneziano.

Palazzo Ducale si affaccia sulla laguna e da un lato su Piazza San Marco. La facciata inferiore, sul lato della laguna, rielaborata nel corso dei secoli, appare “estremamente pesante” con i suoi portici e le colonne che appaiono delicate sotto il peso dell’edificio sovrastante. Il palazzo è uno degli edifici più riconoscibili di Venezia ed è una grande opera architettonica con un contrasto di stili, belle sculture in pietra e ornamenti ovunque. I turisti accedono al complesso dal lato della laguna.

All’interno, la prima sezione a cui si accede è un grande cortile, l’Arco Foscari. Rielaborato dai dogi successivi, il cortile è un misto di stili – dal Gotico al Classicismo rinascimentale. Dallo scalone si arriva al settore principale del complesso. Nella Sala del Maggior Consiglio i ritratti dei primi 76 dogi che adornano le pareti osservano severamente i visitatori. Anche il “Paradiso” del Tintoretto si trova in questa sala; è il dipinto a olio più grande del mondo ed è davvero magnifico. Le stanze precedenti ospitano delle grandi mappe del mondo conosciuto dipinte sulle pareti.

I grandi dell’arte veneziana del Rinascimento – Tiziano, Veronese e Tintoretto – sono ben rappresentati nel palazzo; oltre al “Paradiso” ci sono altre opere di Tintoretto come la “Fucina di Vulcano” e “Minerva e Marte”. Anche le visioni spaventose di Hieronymus Bosch costituiscono un richiamo per i visitatori.

I visitatori avranno anche la possibilità di vedere gli appartamenti del Doge, l’armeria e altre stanze di rappresentanza che mettono in evidenza l’importanza e il grande potere di cui questo principato godeva nel Medioevo. Inizialmente il carcere della città era situato nel complesso principale di Palazzo Ducale. Nel 1602 fu trasferito in un edificio adiacente per lasciare più spazio al palazzo. Il palazzo e il carcere erano collegati dal “Ponte dei Sospiri”, un ponte coperto di pietra calcarea con piccole finestre e una balconatadi pietra. Fu Lord Byron a coniare questo nome facendo riferimento ai prigionieri che sospiravano lanciando un ultimo sguardo a Venezia attraverso le finestre prima di iniziare la loro vita di prigionieri dall’altro lato del ponte…

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